23 December 2024
2024/09/24 - 12:56 View: 281

Intervista a sua Eccellenza l’Ambasciatore iraniano in Italia dott. Mohammad Reza Sabouri

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Ambasciatore buongiorno e grazie per la sua disponibilità a questa intervista. Partirei dalla situazione in Libano.

 1- Le recenti esplosioni  - in cui è rimasto ferito anche il suo collega ambasciatore a Beirut - di device in dotazione a membri di Hezbollah rappresentano una vittoria di Israele e sono un duro colpo alla leadership di Hezbollah come lo è stato per la Repubblica islamica il raid che a Teheran a luglio ha ucciso Ismail Haniyeh. Sono operazioni che mettono in luce errori e manchevolezze dell’intelligence e delle forze di sicurezza del movimento sciita e della Repubblica islamica, sua alleata. 

Concorda con questa analisi?

Risposta1. Sebbene i metodi di terrorismo del regime sionista varino in questi eventi, il punto fondamentale è che i leader di questo regime non hanno mai rispettato alcun principio morale o umano. Per loro non c'è differenza tra civili e militari. Non c'è dubbio che Stati Uniti e NATO possiedano una tecnologia avanzata e sofisticata, ma il fatto che sostengano questo regime spietato e criminale è motivo di riflessione. Bisogna anche prestare attenzione alle sconfitte subite da questo regime nell'ultimo anno. Quali obiettivi ha raggiunto, se non quello di rivelare ulteriormente al mondo il suo vero volto e la sua natura selvaggia? Di recente, un funzionario del regime israeliano ha parlato di una sconfitta storica nel fronte settentrionale dal Libano.

 

2- Cosa ha spinto l’Iran a non rispondere militarmente, finora, al raid conto Haniyeh sul suo territorio e che risposta invece dobbiamo aspettarci ora da Hezbollah e dall’Asse della Resistenza, dopo le esplosioni in Libano? 

Risposta2. Fin dall'inizio abbiamo sottolineato che la nostra risposta sarebbe stata decisa, ponderata, intelligente e basata su un luogo e un tempo preciso. Non stiamo ora parlando di un momento e di un luogo specifico per la nostra risposta e non cadremo nella trappola del regime criminale israeliano che cerca di espandere il conflitto. In base ai principi consolidati del diritto internazionale, rivendichiamo il nostro diritto legittimo di difesa contro le azioni del regime israeliano che violano la sovranità e l'integrità territoriale dell'Iran. Abbiamo più volte dato l'opportunità ai paesi occidentali che sostengono questo regime e alle Nazioni Unite, ma purtroppo abbiamo visto che l'Occidente ha perso nuovamente questa occasione che gli avevamo concesso.

3- Quanto valuta probabile una guerra aperta tra Hezbollah e Israele e cosa farebbe l’Iran se si aprisse questo fronte? 

Risposta3. Dall'inizio della crisi, la principale richiesta della Repubblica Islamica dell'Iran è stata quella di mantenere la stabilità e la sicurezza regionali e prevenire lo scoppio di una guerra totale nella regione. Tuttavia, il regime israeliano, facendo affidamento sul silenzio e sul sostegno, sia palese che nascosto, dei suoi alleati, si muove esattamente nella direzione opposta, superando le linee rosse dei paesi della regione e violando persino i principi fondamentali del diritto internazionale. La linea di condotta della Repubblica Islamica dell'Iran non deriva da debolezza o incapacità, ma dalla consapevolezza che l'Iran si considera un membro responsabile e impegnato della comunità internazionale. Tuttavia, sottolineiamo che siamo pronti a ogni scenario.

 

4- Quale sarebbe, secondo lei, il destino delle forze Unifil, presenti al confine e tra cui operano anche soldati italiani, in caso di guerra aperta? 

Risposta4. La risposta alla sua domanda non spetta a me, ma alle autorità competenti delle Nazioni Unite e dell'Italia. L'UNIFIL, come forza militare sotto l'egida delle Nazioni Unite, è stata creata per eseguire un compito specifico in un determinato momento e luogo. È naturale che, in caso di escalation della crisi, tutti saranno in pericolo.

 

5- L’uccisione di Haniyeh e ora questa escalation a Israele ed Hezbollah sono arrivate  in un momento delicato per la Repubblica islamica, dopo l’avvio del nuovo governo del presidente Pezeshkian che ha fatto una campagna elettorale promettendo migliori relazioni con l’Occidente. Quali sono le conseguenze dell’attuale situazione nella regione sulla politica estera dell’Iran e sulle sue alleanze? 

 

Risposta5. La linea politica del nuovo governo riguardo all'Occidente e alle evoluzioni regionali è stata chiaramente espressa più volte dal Presidente e dal nuovo Ministro degli Esteri. Il nuovo governo desidera migliorare le relazioni con l'Occidente sulla base del rispetto reciproco e della comprensione degli interessi di entrambe le parti. Tuttavia, il percorso diplomatico è una strada a doppio senso. Se noi facciamo un passo avanti, ci aspettiamo che anche l'altra parte adotti un atteggiamento costruttivo. Non c'è dubbio che ci sono alcuni che desiderano alimentare l'attuale tensione per ostacolare i rapporti tra l'Iran e l'Occidente. Fino ad oggi, come Repubblica Islamica dell'Iran, abbiamo dimostrato la nostra sincerità come Stato internazionale impegnato e responsabile. Ora tocca all'Occidente fermare gli sforzi di coloro che vogliono sabotare questi rapporti. Con il nostro comportamento responsabile, abbiamo cercato di preservare la stabilità e la sicurezza regionale, anche a costo di sacrificare i nostri interessi per preservare quelli dell'Occidente. Non è forse giunto il momento che anche l'Occidente faccia un passo per contenere il suo alleato ribelle, almeno per il proprio interesse?

 

6- Nasrallah ha detto che Hezbollah non si fermerà fino alla fine della guerra a Gaza. L’Europa ha chiesto all’Iran di esercitare una funzione moderatrice nei confronti di Hezbollah per scongiurare una escalation. Che ruolo sta avendo Teheran nei negoziati per mettere fine al conflitto a Gaza?

Risposta6. Hezbollah e i gruppi di resistenza sono realtà esistenti che prendono decisioni basate sulle proprie politiche. Non è giusto aspettarsi che l'Iran e i gruppi di resistenza debbano esercitare moderazione per prevenire l'escalation delle tensioni. Il mondo non vede davvero chi sta commettendo crimini e spingendo la regione verso la guerra? Se i paesi occidentali non sono in grado o non vogliono riconoscere questi crimini, è un problema loro e dovranno rispondere di ciò.

 

7- Che ruolo in questo dossier può esercitare anche la Santa Sede con cui l’Iran intrattiene un costante dialogo? 

Risposta7. Sua Santità il Papa e la Santa Sede hanno assunto posizioni molto progressiste. Il problema è che gli assassini del popolo palestinese e libanese non attribuiscono alcun valore ai messaggi e alle parole del Papa.

 

8- L’Iran è stato sanzionato per la fornitura di armi alla Russia da usare all’Ucraina, di cui Usa ed Europa sostengono di avere le prove. Fonti britanniche e americane dicono che in cambio dei missili, l’Iran riceve dalla Russia tecnologia per il suo programma nucleare. E’ così? E che cosa è disposta a sacrificare la Repubblica islamica per mantenere la sua alleanza con Mosca? 

 

Risposta8. Questa affermazione continua la serie di accuse infondate riguardanti la fornitura di droni iraniani alla Russia, una mossa che, come in precedenza, non è supportata da alcuna prova e fa parte della politica di massima pressione contro la Repubblica Islamica dell'Iran. Abbiamo relazioni amichevoli e cooperazione economica, politica e persino militare con la Russia. Abbiamo alcuni accordi militari con la Russia, ma, nel rispetto dei nostri principi, non abbiamo fornito missili alla Russia. Le relazioni con altri paesi non sono basate su emozioni, ma sulla protezione degli interessi nazionali. Come dimostra la nostra adesione ai principi del diritto internazionale, abbiamo sempre sottolineato la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina e chiesto una soluzione pacifica a questa crisi, senza riconoscere nessuna delle repubbliche autoproclamate.

 

9- L’alleanza sempre più stretta con la Russia sembra anche un ostacolo alla ripresa dei negoziati per il rinnovo del Jcpoa. Quanto pesano sul dossier dell’accordo nucleare anche i cambiamenti attesi alla Casa Bianca con le presidenziali di novembre?  Quale dei candidati presidenti Usa Teheran guarda con più favore e perché? 

Risposta9. Per la Repubblica Islamica dell'Iran, non c'è differenza tra Repubblicani e Democratici negli Stati Uniti; non abbiamo preferenze. Ciò che conta per noi è il rispetto dei diritti del popolo iraniano da parte dei governi statunitensi. Non abbiamo chiuso la porta al dialogo con gli Stati Uniti e, sulla base del principio del rispetto reciproco, siamo pronti a continuare i negoziati. Ricordiamo che è stata l'America a ritirarsi unilateralmente dall'accordo sul nucleare (JCPOA). A quel tempo, non c'era la guerra in Ucraina e la Russia non era quella di oggi.

 

11- Come ultima domanda, come valuta il futuro delle relazioni con il nostro Paese sotto il nuovo governo iraniano? Ci sono visite ufficiali previste nei prossimi mesi da Teheran in Italia?

Risposta11. Le relazioni tra Iran e Italia si fondano su una storia di 160 anni, un rapporto basato sul valore culturale e civile che Iran e Italia hanno nel mondo, su economie complementari e sulla visione positiva che i popoli dei due paesi hanno l'uno dell'altro. Il nuovo governo iraniano, nel quadro della sua politica di miglioramento delle relazioni con l'Europa, è pronto a espandere le relazioni tra Teheran e Roma, basandosi su questi punti di forza. Questa volontà esiste nei leader della Repubblica Islamica dell'Iran, e spero che anche i leader italiani dimostrino la stessa volontà sulla strada della diplomazia bilaterale. In questo contesto, siamo pronti a scambiare delegazioni politiche, economiche e culturali tra le due parti.

 

لینک مصاحبه:

https://www.agi.it/estero/news/2024-09-23/intervista-ambasciatore-iran-a-roma-tensioni-medio-oriente-27965434/

 

 

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