Comunicato del Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Islamica dell’Iran
Comunicato del Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Islamica dell’Iran riguardo le dichiarazioni divisive e offensive del Presidente degli Stati Uniti d’America in relazione all’Iran
Il Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Islamica dell’Iran condanna fermamente le dichiarazioni del Presidente degli Stati Uniti, pronunciate martedì 23 Ordibehesht 1404 (13 maggio 2025), nei confronti dell’Iran, definendole accuse false, divisive e fuorvianti.
Mentre il regime sionista, in rappresentanza degli Stati Uniti, è impegnato nel più atroce genocidio coloniale nei territori occupati della Palestina e ha occupato militarmente territori appartenenti ad altri due Paesi arabi e islamici, continuando a violare ripetutamente la sovranità nazionale e l'integrità territoriale di Libano, Siria e Yemen con atti terroristici e crimini di guerra, il Presidente americano, con estrema sfacciataggine, attribuisce all’Iran la responsabilità della distruzione di questi Paesi.
Questa distorsione della verità – basata su un’inversione palese della realtà nella regione – mira a distogliere l’attenzione dal genocidio in atto a Gaza e dagli altri crimini perpetrati dal regime sionista in Libano, Siria e Yemen, e rappresenta l’ennesima prova dell’approccio ipocrita e oltraggioso dei responsabili politici americani nei confronti dei popoli della regione e della loro ostinazione nel sottrarre il regime sionista a ogni responsabilità per i crimini commessi.
Le parole ingannevoli e offensive del Presidente degli Stati Uniti non intaccheranno minimamente la coesione nazionale del popolo iraniano, dentro e fuori il Paese. Queste affermazioni non cambiano la realtà storica: da oltre sette decenni, i governi statunitensi non hanno risparmiato alcuna ostilità pur di ostacolare il progresso e lo sviluppo dell’Iran, sostenendo il regime monarchico pre-rivoluzionario e poi quello criminale di Saddam durante la guerra imposta, e imponendo le più dure sanzioni economiche e finanziarie che hanno gravemente violato i diritti umani fondamentali di ogni singolo iraniano.