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I principali punti del discorso del Presidente della R.I. dell’Iran Masoud Pezeshkian all’80#170 Assemblea Generale delle Nazioni Unite
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- Noi, fieri figli dell’Iran, ci siamo opposti con fermezza e dignità ai ribelli fuorilegge, alle ingiustizie, alle discriminazioni e ai doppi standard, superandoli a testa alta. - Il regime sionista e i suoi sostenitori non si accontentano più nemmeno della normalizzazione politica: impongono la loro presenza con la forza, chiamandola “pace attraverso la forza”. Ma questa non è né pace né forza; è piuttosto aggressione fondata su arroganza e prepotenza. - Nella difesa di 12 giorni, il popolo patriottico e coraggioso dell’Iran ha smascherato le illusioni degli aggressori vanagloriosi. I nemici dell’Iran, loro malgrado, hanno rafforzato l’unità sacra nazionale. - Il popolo iraniano, nonostante le più dure, lunghe e pesanti sanzioni economiche, la guerra psicologica e mediatica e i tentativi incessanti di divisione, al primo colpo sparato contro la propria terra si è unito compatto attorno alle Forze Armate e oggi continua a onorare il sangue dei suoi martiri. - I criminali che si vantano uccidendo bambini non meritano il nome di esseri umani e certamente non saranno mai partner affidabili. - L’Iran, basandosi sulla sua antica tradizione di solidarietà, è un partner stabile e un compagno fidato per tutti i Paesi amanti della pace: un’amicizia fondata non su convenienze passeggere, ma sulla dignità, sulla fiducia e su un futuro comune. - Ribadisco ancora una volta che l’Iran non ha mai cercato né mai cercherà di costruire la bomba atomica. Il fondamento di tutte le religioni divine è la regola d’oro: «Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te». - I bombardamenti aerei del regime sionista e degli Stati Uniti contro città, case e infrastrutture dell’Iran, proprio mentre eravamo impegnati in un percorso di negoziati diplomatici, sono stati un grave tradimento della diplomazia e hanno indebolito gli sforzi per la stabilità e la pace. - L’Iran, da sempre, ha resistito saldo alle tempeste della storia. Noi iraniani non misuriamo la nostra forza con la produzione e l’uso di armi nucleari, né con genocidi o con la fame imposta ai bambini di Gaza, ma la diffondiamo nel mondo con la cultura della solidarietà e il messaggio della fratellanza.  
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