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JCPOA
COMUNICATO STAMPA DELL’ AMBASCIATA DELLA R.I.DELL’ IRAN AL SECONDO ANNO DALL’ USCITA DEGLI USA DALL’ ACCORDO NUCLEARE
Nel nome di Dio   COMUNICATO STAMPA  DELL’ AMBASCIATA DELLA R.I.DELL’ IRAN AL SECONDO ANNO DALL’ USCITA DEGLI USA DALL’ ACCORDO NUCLEARE   Il regime degli Stati Uniti d’ America ha precedenti nella mancata adesione agli Accordi Internazionali bi laterali e multilaterali . L’ Accordo sul nucleare ( JCPOA) è solo un’ altra delle vittime dell’ unilateralismo  e dell’ irresponsabilità americani.Questo Paese non crede nella sovranità della Legge nei rapporti internazionali  e questo  approccio irrazionale ha governato  più volte nelle sue relazioni.Oggi gli Stati Uniti sono i primi e più grandi violatori del diritto internazionale. Esiste un lungo elenco di casi di inadempimento dell’ America di  accordi internazionali , abbandono di Trattati  e accordi bi o multilaterali , ritiro da Trattati come quello della Corte Penale Internazionale, utilizzo strumentale del pagamento della quota contributiva nelle Organizzazioni internazionali e ostacolamento al normale adempimento dei meccanismi internazionali. L’ abbandono unilaterale e illegale del JCPOA l’ 8 maggio 2018 è un ulteriore dimostrazione evidente dell’ inaffidabilità degli Stati Uniti, che costituisce una minaccia seria alla pace e sicurezza internazionali. Il governo della R.I.dell’ Iran come  previsto dall’ Art.36 del JCPOA tramite la Commissione mista dell’Accordo in data 10 -5-2018 ha inviato una lettera del Ministro Zarif indirizzata al coordinatore della Commissione in cui ha dichiarato che nonostante l’ Iran avesse il diritto a porre fine sia parzialmente che totalmente ai propri impegni nell’ ambito dell’ Accordo, avrebbe comunque continuato ad aderirvi per  dare un’altra opportunità allo strumento della diplomazia al fine di tenere in vita l’ Accordo. In risposta alla lettera iraniana la Commissione mista si è riunita a livello di ministri degli affari esteri e di sottosegretari e mentre la R.I.dell’ Iran continuava a tenere fede ai propri obblighi, in data 8 luglio 2018 sono stati  fissati 11 precisi impegni per i paesi rimanenti nell’ Accordo nei confronti dell’ Iran . Nessuno degli impegni assunti dai tre Paesi europei / UE è stato mantenuto nè ha portato a qualche soluzione tangibile, come  In precedenza più volte puntualizzato dall’ Iran . Ciò prova una “ fondamentale inadempienza”. In questa situazione di fatto mai cambiata , l’ Iran esercitando il proprio diritto sancito dagli art. 26 e 36 dell’ Accordo ha sospeso gradualmente alcuni dei propri impegni. I paesi europei fino al  21 Giugno 2019 non hanno mai risposto , nè hanno rigettato le richieste da parte iraniana. I passi compiuti dall’ Iran sono in linea con i suoi diritti , per altro previsti dall’ Accordo. Nella corrispondenza del Ministro iraniano Zarif alle controparti dell’ Iran è stato evidenziato che la R.I.dell’ Iran non riconosce la presunta attivazione del dispositivo della risoluzione delle controversie del JCPOA , chiamato anche DRM,  da parte di Francia, Germania e Gran Bretagna,  in quanto l’ Iran   aveva già adempiuto agli impegni previsti dall’ art. 36 contrariamente alle controparti europee che risultavano invece  inadempienti.  In ultima analisi , sulla base dei documenti prodotti dall’ AIEA, il programma nucleare iraniano risulta essere  il programma in assoluto soggetto al maggior numero di ispezioni  e rigidi controlli , nell’ ambito del quale non vi è possibilmente spazio per un rischio di proliferazione nucleare. L’ Ambasciata della R.I.dell’ Iran ricorda che senza una soluzione delle questioni irrisolte ( uscita USA dall’ Accordo e inadempienza europea) qualsiasi tentativo dei EU3 / UE di riattivare il dispositivo DRM è in contrasto con il principio di buona determinazione ed è illegale. Nelle ripetute corrispondenze iraniane ai membri della Commissione congiunta sono descritte  le modalità dell’ implementazione dei propri impegni nonchè del  graduale disimpegno nel quadro del DRM in base all’ art. 36. Il  6-11-2018 tramite  una  lettera ufficiale dell’ Iran all’ Alto Rappresentante della Politica estera europea e coordinatore della Commissione congiunta,  a dimostrazione della buona volontà iraniana , fu annunciato con 6 mesi di anticipo il primo passo iraniano verso la diminuzione dell’ impegno  nucleare , che è di fatto avvenuta  in data 8 maggio 2019; successivamente il 25 giugno 2019 l’ Iran  ha nuovamente illustrato  in maniera esaustiva ai partner  europei le modalità  e le ragioni della diminuzione dei propri impegni rispetto all’ Accordo. I Paesi europei non sono nella posizione giuridica o morale di attivare il DRM in risposta all’ esercizio di un diritto riconosciuto all’ Iran dalla Risoluzione 2231. L’ Iran in una lettera ufficiale dell’ 8 maggio 2019 ha dichiarato che la maggior parte dei casi di inadempienza da parte europea rimane tale e ciò costituisce un motivo fondamentale per fermare parzialmente o totalmente l’ implementazione dei propri obblighi nel quadro dell’ accordo.  L’ Ambasciata iraniana della R.I. dell’ Iran a Roma sottolinea che la Risoluzione 2231 del Consiglio di Sicurezza è un self-contained regime  e non ha nulla a che vedere con altre Risoluzioni sanzionatorie come la Ris. 2216 del Consiglio di Sicurezza adottata nei confronti dello Yemen . Pertanto l’ utilizzo del meccanismo di aggiornamento sanzionatorio messo in atto in Yemen non è possibile  nei confronti della Risoluzione 2231 per l’ Iran, poichè ne mancano i fondamenti giuridici. La Risoluzione 2231 è un regime di fine e non di aggiornamento o rinnovo delle sanzioni; la differenza tra questa Risoluzione e quelle precedenti l’ Accordo nucleare ( N°1699, N°1737,N°1803,N°1929) è che il testo della 2231 non è sanzionatorio e pertanto le importazioni o le esportazioni di equipaggiamenti militari sarebbero possibili con l’ avvallo del Consiglio di Sicurezza. La Risoluzione 2231 si configura come un  regime  di autorizzazione preventiva ed anche se la questione del rilascio delle autorizzazioni iraniane per esportazione ed importazione di equipaggiamenti militari viene considerata lecita da un punto di vista giuridico, politicamente ( per il veto posto dagli Usa e dai paesi occidentali) non è stata finora possibile. Pertanto ci si aspettebbe che i membri del Consiglio di Sicurezza , a distanza di cinque anni  dalla firma dell’ Accordo nucleare e della Ris. 2231 , adottino le misure necessarie affinchè il prossimo ottobre 2020 , venga facilitata la rimozione delle limitazioni previste dalla risoluzione in vari ambiti tra cui quello militare. Le azioni illegali  di qualsivoglia Paese che violi le risoluzioni non dovrebbero essere assecondate in considerazione del fatto che  ogni modifica negli impegni del Consiglio di Sicurezza  metterebbe  a repentaglio la credibilità  e  l’ autorevolezza della Carta delle Nazioni Unite. La violazione della Risoluzione 2231  nella forma di un’imposizione  di sanzioni economiche  su vasta scala contro l’ Iran e l’ inserimento  reiterato di  persone fisiche e giuridiche iraniane nella lista delle sanzioni unilaterali da parte degli Stati Uniti d’ America comporta una responsabilità internazionale  e l’ Amministrazione americana dovrebbe rispondere dei danni subiti dall’ Iran, tra cui il mancato introito di più di duecento miliardi di dollari negli ultimi due anni  e lo stop ufficiale alle esportazioni petrolifere. Gli Stati Uniti sarebbero ora in procinto di sottoporre al Consiglio di Sicurezza una bozza di Risoluzione volta a prorogare le misure restrittive  sui prodotti e materiali ad utilizzo militare. Uno dei fondamentali principi giuridici internazionali chiarisce che lo Stato inadempiente nei confronti di una Risoluzione del Consiglio di Sicurezza non potrebbe pretendere l’ esercizio di alcun diritto relativo a quella Risoluzione; pertanto poichè gli Stati Uniti hanno abbandonato l’ Accordo violando gravemente i propri impegni in seno ad esso, non si trovano nella posizione di poter avanzare nuove pretese,  tantomeno di sottoporre nuovi testi. La comunità internazionale dovrebbe contrastare le interpretazioni arbitrarie e le azioni illegali che minacciano la pace e la sicurezza nel mondo. La Repubblica islamica dell’ Iran nutre l’ aspettativa di una reazione seria ed efficace da parte della comunità internazionale e in special modo dell’ Italia nei confronti dell’ atteggiamento irresponsabile americano, affinchè gli USA rispondano dell’ abbandono unilaterale e illegale del JCPOA, della reimposizione di sanzioni unilaterali e delle pressioni esercitate su altri Paesi al fine di indurli ad applicare aspre sanzioni contro l’ Iran. L’ Iran ha ripetutamente sottolineato che la mancata risposta alle azioni americane porta con sè il rischio di conseguenze pericolose per l’ ordine internazionale. L’ Ambasciata della R.I.dell’ Iran si augura  che quanto esposto nella  presente nota venga preso nella più seria considerazione.    
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